Il 2022, un anno di crescita per l’economia parmense. Apprensione per le guerre in Ucraina e in Medio Oriente

Notizie positive per gli indicatori economici e per il livello patrimoniale. Aumenta però anche l’indebitamento. bene la chimica e il vetro

 

È una fotografia positiva e molto rassicurante, quella dell’economia parmense che presentiamo in questa nuova edizione di Top500 (la nona della serie). Un appuntamento tradizionale, per offrire ai nostri lettori una “mappa” del sistema economico del nostro territorio. Come di consueto, pubblichiamo la classifica delle prime 500 aziende di Parma e provincia per fatturato, sulla base dei dati del 2022. Già nella precedente edizione erano emersi segnali molto incoraggianti, con una decisa ripresa dopo la tragedia della pandemia che abbiamo dovuto affrontare nel 2020 e in una parte del 2021.

La classifica di questa edizione di Top500 dimostra come tutti gli aspetti economici siano migliorati. I ricavi aggregati hanno fatto registrare un brillantissimo +11% rispetto al 2021 (per un valore complessivo di 33,3 miliardi), addirittura +37% rispetto al 2020. L’aumento dei ricavi tocca, con numeri piuttosto omogenei, tutti i settori. Parallelamente ai ricavi, fanno segnare un robusto incremento anche i costi, soprattutto a causa dell’inflazione che ha fatto salire parecchio i prezzi di beni e servizi: ne consegue che gli utili netti e i risultati intermedi sono cresciuti, ma con percentuali più modeste rispetto all’aumento dei ricavi. La fotografia della nostra economia che questa edizione di Top500 permette di “leggere” è comunque molto positiva: nel 2022 è cresciuto l’utile aggregato e sono cresciuti gli indici di redditività e tutti gli indicatori economici. Incrementato anche il livello patrimoniale: mediamente, le imprese si sono ulteriormente capitalizzate. di claudio rinaldi Qualche nota meno positiva sotto il profilo finanziario, con un aumento dell’indebitamento, peraltro coerente con il resto dei dati (molto spesso, un’azienda che cresce deve inevitabilmente indebitarsi).

Analizzando l’andamento dei vari settori, quelli che hanno avuto performance migliori sono l’impiantistica alimentare, la chimica e il vetro (in questo, il dato è pressocché sovrapponibile all’andamento nazionale e regionale). Dati e segnali più contrastanti (soprattutto per le performance economiche) per meccanica generale, agroalimentare, servizi e edilizia. Dal punto di vista politico, il 2022 è stato caratterizzato per i primi nove mesi dall’ultima parte del Governo Draghi – reso complicato da un’alleanza “forzata” che includeva i partiti di quasi tutto l’arco costituzionale – e poi dalle elezioni del 12 ottobre, che hanno sancito la netta vittoria del centrodestra e soprattutto di Giorgia Meloni, diventata poi la prima donna presidente del Consiglio.

Guardando al futuro, le preoccupazioni sono ovviamente legate alla situazione geopolitica e ai conflitti in corso, che generano crescente apprensione. Ventidue mesi dopo l’invasione russa, non si vedono ancora, purtroppo, spiragli per la pace in Ucraina. E intanto la situazione nella striscia di Gaza si è fatta esplosiva, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre e la pronta e durissima reazione di Israele. Molto difficile, oggi, prevedere cosa potrà accadere: certo le speranze di pace sono molto flebili, mentre il rischio (enorme) che il mondo corre è che il conflitto possa allargarsi.